martedì 13 dicembre 2016

Diario di bordo (di franco zennaro)

Quando si affrontano nuovi percorsi si dovrebbe, anche nel presentarsi di circostanze differenti, agire con la massima elasticità di spirito: non sempre ciò che ci piace è bello in sé, più spesso è scomodo, ci irrita, ci provoca, ci spaventa altre volte è brutto. Quando siamo partiti per questo viaggio fin da subito ho sentito il bisogno di confrontarmi e quindi di non ritrovarmi solo durante il pellegrinaggio intorno a Liszt. E così mi sono immaginato le molteplici occasioni in cui mi sarei trovato e i tanti personaggi che avrei incontrato da suo contemporaneo. Ad un certo punto però, ho percepito i limiti della mia investigazione e ho provato ad immaginare con quali personalità del mio tempo mi sarebbe piaciuto viaggiare. Così ho deciso di rivolgermi ad alcune persone che, se pur timorate dell’argomento Liszt, magari con più che fondate questioni di natura estetica o storica, hanno comunque ben volentieri accettato di discuterne. Mi piace così ricordare l’affettuosa disponibilità di Giovanni Narici, cui sono legato da sincera amicizia, e del quale, seppur indirettamente, ho seguito la nascita del nipote. E che dire di Guido Ferrantelli col quale, da quando ci siamo incontrati, quasi trent’anni fa, abbiamo avuto modo di vivere anche fatti personali che ci hanno legato ancora di più. O di Bruno Manfellotto, conosciuto tanti anni fa quando l’Espresso stava in via Po, ma che riscoprii in seguito, televisivamente parlando, ospite di una nota trasmissione de La7, sempre gentile e garbato: una rarità. Claudio Strinati invece è conoscenza piuttosto recente, incontrato ad una conferenza dove, in attesa del suo intervento, approfittai per accennargli ad un progetto musicale incentrato su una narrazione simile a quella di cui ora parliamo. Col tempo abbiamo avuto modo di sondare meglio le nostre conoscenze, scoprendo così anche gusti simili. Un giorno ritrovai il telefono di una cara persona e le chiesi la cortesia di mettermi in contatto con suo padre e così, malgrado una certa ritrosia – di natura esclusivamente musicale – conobbi Gioacchino Lanza Tomasi. Insieme a lui ho potuto ricordare la Sicilia, nella quale ebbi la fortuna di lavorare, ma anche la sirena, uno dei racconti dell’autore del Gattopardo. Film che scoprii, ancor prima del romanzo, noleggiandolo una pellicola in 8mm che, se pur tutta rovinata, manteneva intatta il suo inebriante profumo.


Sono ancora tanti gli approdi da raccontare, ma queste sono tra le tappe principali

sabato 12 novembre 2016

Senza per questo dimenticare gli altri.

Questa nostra iniziativa non avrebbe potuto cominciare se non ci fossero stati presupposti tali per cui almeno la narrazione “scenografica” non la si fosse potuta immaginare. Così, tra chiedere permessi, organizzare le location, prevedere il tempo, il traffico, e tutto il resto, chiunque si sarebbe arreso, Noi invece, ci siamo inventati un modo diverso per poter stare negli stessi posti. Qualche volta però, abbiamo avuto bisogno invece, di particolari oggetti o contesti. Così, come è giusto che sia, siamo lieti di poter ringraziare gli amici Gianmarco Lacoste e Massimo Sarandrea, ma anche Carlo Scorrano, Marco Quadri, Mario Albi e Roberto Centrella che ci sono stati vicini, ciascuno a modo suo. Infine, con il piacere della lunga frequentazione, ci ricordiamo di Lorenza, Antonfrancesco, Antonio, Pierfrancesco e Luca premurosi ed attenti come i più cari sanno fare.

mercoledì 9 novembre 2016

Un contributo importante


Qualsiasi attività scaturisce da un’idea che viene poi da noi elaborata. Quindi le facciamo acquisire un certo colore dandole poi una struttura che man mano prende le sembianze di un albero che, con la sua ricca vegetazione, ci può richiamare alla mente l’idea di un rifugio affidabile e confortevole. In questa speciale ricerca ci sono tornate in mente le parole del pittore americano George Catlin.” … amo un popolo che mi ha fatto sempre sentire ben accolto nel migliore dei modi possibili …”. Anche noi, per realizzare questa docufiction, siamo stati ospiti, avvalendoci così della loro preziosa collaborazione, del Servizio biblioteca del Grande Oriente d’Italia, del Museo e Gipsoteca Antonio Canova e della Società Teosofica Italiana. Tra i tanti amici che ci hanno saputo consigliare con attenzione e premura, senza per questo dimenticare gli altri, ci preme ricordare Alessandro Picarelli competente nelle gouaches e tempere, Ciccio Mazza bravo con la pittura antica, Carlo Giunta con grande esperienza nell’antiquariato italiano, Attilio Nardecchia che insieme ad Alfio Mazza sono tra i maggiori depositari di incisioni antiche di Roma, Antonio Fratangeli specialista del tardo 700 e Alberto Robiony viceversa che spazia dal 600 fino al decò.

lunedì 7 novembre 2016

Le tre grazie

Non vorremmo certo che qualcuno scambiasse questo nostro titolo con l’opera del Canova o coll’omonimo poemetto del Foscolo. E tantomeno vorremmo fare riferimento al giudizio di Paride, sull’argomento da cui, tanto opere d’arte hanno tratto ispirazione. Tuttavia come capita spesso anche in campo cinematografico, ci sono dei passaggi in cui gli attori inciampano e qualche circostanza concorre poi a dar vita ad una diversa narrazione. Perciò abbiamo voluto fornire allo spettatore la possibilità di immedesimarsi nei panni di Paride e riconoscere e riconoscere a quale delle tre corrisponde Hera, Afrodite e Atena. Pertanto, alla stregua del principe troiano, voi stessi potrete decidere a quale concedere la mela ovvero il pomo della discordia.

sabato 22 ottobre 2016

Traffico a Roma, un po' speciale


La nostra Roma spesso è un po’ intasata dalle macchine, da qualche manifestazione di troppo, con le sue eterne buche, mezzi pubblici stracolmi, ingorghi e viabilità facilmente compromessi dal mal tempo dove in queste condizioni è più difficile vederne la grandezza se non che nelle sue isole pedonali, il Campidoglio, il Foro i musei. In questo breve video, dagli esisti del tutto spontanei, tratto dalle riprese delle prime scene della docu-fiction, sembra di assistere ad una scenetta alla Jaques Tati.

venerdì 21 ottobre 2016

Quando si dice: la tecnologia

Durante le riprese di un brano al pianoforte, che per autentico pudore l’eccelso autore preferiamo non scomodare, fortuna ha voluto che le telecamere e i microfoni ancora fossero accesi. Malgrado gli sforzi, giunti ormai al limite dello sfinimento, dopo aver provato e riprovato, per ore e ore consecutive, con la troupe ormai prossima allo sfinimento, finalmente l’esecutore ha trovato un modo appropriato per rendere inequivocabilmente comprensibile la sua singolare e quanto meno ispirata - aggiungiamo noi - sublime esecuzione. Così l’interpretazione, per non perderne la grandezza, sinteticamente qui andiamo a riassumere: precisione dell’attacco, pedale dosatissimo, respiri ineccepibili, dinamiche esemplari, tempi rigorosi, senso della forma e sfumature di coerenza davvero eccezionali. Unico appunto, non così rilevante in verità, una gestualità ed una espressività poco sobri, e un ghigno forse inappropriato ad uno che vorrebbe spacciarsi come “pianista”.

giovedì 20 ottobre 2016

Il buono, il brutto, il cattivo

La nostra quotidianità è spesso fatta oggetto di truffe e raggiri ad opera di mascalzoni più o meno abili nelle loro scorribande. Però alcuni di questi realizzano attività così sofisticate che spesso è molto complicato riuscire a capire i meccanismi, davvero geniali, dei loro inghippi. E fu così che un bel giorno questo poco raccomandabile trio ha iniziato a lavorare in condizioni ben più precarie di quella pur sgangherata, ma solida compagine, che fu la leggendaria Armata Brancaleone.

Andrea Lalle – il buono – si contraddistingue per l’assoluta disponibilità tanto nella sua attività professionale quanto nella sua persona. Nel suo studio, una bellissima grotta carsica, ricca di faglie e fratture, si nascondono infinite nonché utili, risorse. Tuttavia spesso emerge una sua insospettata qualità che gli consente possibili battute e filastrocche su persone e situazioni veramente imprevedibili. Del resto, posso affermare, senza tema di smentita, che predilige un bersaglio di cui spesso mi approprio con vicendevole sollazzo.

Andrea Donato – il brutto – invece ha una manualità eccezionale con il mouse e i computer anche se va annotata una certa ostica introversione che lo caratterizza per non riuscire, spesso a rendere comprensibili, ma solo di primo acchitto, talune sue misteriose affermazioni. Gode inoltre di un raro privilegio: l’idea e l’azione in lui sono una sostanza che si trasforma in una granitica materia. Anche se si può assistere, qualche volta, ad un sublime paradosso: il pensiero non si accorda con la realtà! Ha l’indubbio talento di poter rotolare, come il mitico omino Michelin, senza che questo gli crei alcun problema. Non è detto però, che danni di altra natura, possano nel contempo da lui essere del tutto involontariamente, causati.

Franco Zennaro – il cattivo – anarchico fin nelle più nascoste pieghe del DNA ma sempre pronto al dialogo, sognatore creativo spesso inconcludente, scrittore funambolico ma privo di basi, suonatore di pianoforte ma senza studi accademici, dai tratti telegenici ma del tutto inesperto, capace di studiare anni interi ma senza uno straccio di laurea, polemico fino all’esasperazione ma disponibile al compromesso insomma, un esempio pregevole, non così raro purtroppo, di inutile tuttologo.

Da quel giorno l’aspra battaglia continua con alterchi, ritardi e incomprensioni; le ecografie, dicono però, che tutto è a posto. Non sembrano sussistere particolari difficoltà alla crescita del feto anche se alcuni segnali, fitte, puncicatine e doloretti, del tutto fisiologici durante la gestazione, spesso comportano improvvise corse al Pronto soccorso che si risolvono con un nulla di fatto. Le flussimetrie sono regolari e l’ecocardio, malgrado alcuni apparenti distonie, è nella norma. Gli sforzi del tutto normali durante una gravidanza, hanno causato qualche problema che sarà risolto con appropriato intervento chirurgico che riguarderà anche il nascituro per una sindattilia alla mano sinistra.

L’orizzonte di questa gestazione manifesta ahivoi, un lungo nonché periglioso travaglio, sempreché nel frattempo, uno di questi manigoldi, non sia felicemente ospitato nelle patrie galere.

giovedì 13 ottobre 2016

Un computer e tre sinapsi


Tra i maggiori compositori che si sono dedicati alla danza, facendo sì che con lo scorrere del tempo le composizioni si trasformassero nel loro diario quotidiano, mi piace ricordare Frederic Chopin e Astor Piazzolla. Con le Mazurche il primo e l’altro con i Tanghi, sono riusciti a far apprezzare quella particolare sensazione che secondo me, (accanto alla telecamera) fu magnificamente descritta da Lev Tolstoj “Un desiderio di desideri: la malinconia”. Sentivo l’esigenza di sviluppare una versione “ballabile“ della romanza “perché taccia il rumor di mia catena” e così l’ho trasformata in una milonga che insieme a Michele Lotrecchiano (ti sorride un po' stupito) grazie ai prodigi di un software mirabolante, siamo riusciti a portare a compimento. Invece con Giovanni Gava (dallo sguardo tenebroso) ho potuto apprezzare le meraviglie dei nuovi programmi di montaggio, senza i quali ancor oggi, starei navigando con esiti piuttosto incerti, in quei mari assai poco raccomandabili, che furono tanto cari a Joseph Conrad e a William Turner.


giovedì 30 giugno 2016

Ambarabà Ciccì Coccò

Ecco: tre civette sul comò che facevano all’amore … Sabrina (voce), Franz (chitarra) e Leonardo (tastiera). Quante volte da piccini, ci siamo addormentati al suono carezzevole di una voce che ci raccontava di cose fantastiche o ci ammaliava di melodie tranquille e serene. Una sorta di lontananza, di cui ce n’è rimasta una vibrante sensazione. I tre ci accompagnano, nella versione acustica della romanza “perché taccia il rumor di mia catena” durante un duello di ricordi in un fazzoletto di terra a Villa Celimontana: con la figlia del dottore?

venerdì 24 giugno 2016

Il giglio finlandese

Dalla patria di Sibelius, sempre indaffarata con tutta quella fisicità da portarsi appresso con la grazia e la leggerezza di un delicatissimo vetro di Murano, una volta all’opera, una ai lieder, quindi a teatro, una a casa, poi a scuola, corre ai fornelli, poi all’associazione, quindi al telefono, scappa col marito, corre ad un corso, la soprano Susanna Ohtonen (da cui l’etimologia del fiore lilium o giglio) interpreta la prima elaborazione, pensata proprio per la sua voce, della romanza “perché taccia il rumor di mia catena”.

venerdì 20 maggio 2016

Il Piccolo Chimico

Mi consigliò una volta, un noto editore musicale, che in un film è necessario che il tema colpisca l’ascoltatore fin dalla sua iniziale presentazione. Non è così facile come può apparire: per metafora potrebbe significare che il titolo è più importante del contenuto, ma ha una sua profonda verità. Così ho elaborato questa romanza senza parole ispiratami da uno dei più commoventi sonetti d’amore del Foscolo “perché taccia il rumor di mia catena”. Accorgendomi che da sola questa musica non avrebbe potuto assolvere a tutta la narrazione, ma che poteva essere tuttavia, un muro sul quale appoggiarmi. Per quanto la sua complessità non trapeli ad un primo ascolto, la composizione riserva un trucco che viene svelato solo durante i titoli di coda…

giovedì 5 maggio 2016

Le colonne di Liszt

Nella vita di Liszt si sono accavallate storie, dicerie e aneddoti sulle sue fidanzate, amanti, conoscenti ed allieve che ci vorrebbe uno specialista per venirne a capo. Abbiamo valutato opportuno non entrare nel merito di queste voci e abbiamo indagato solo due figure che nella sua vita affettiva hanno avuto un ruolo veramente solido e duraturo. La bruna Silvia Döll e la bionda Marina Paterna hanno incarnato per magia, la contessa d’Agault e la principessa Sayn-Wittgenstein.

giovedì 14 aprile 2016

Un incontro felice

Come tenendosi per mano, entrambi laureati, ma con aspirazioni diverse, hanno accettato di partecipare, con ruoli ben distinti, debuttando in questa docu-fiction. Lei Marta De Angelis nel ruolo dell’albanina Annunziata, ispirato dal racconto incompiuto Roma di Gogol in cui il russo ci partecipa le bellezze monumentali della nostra città, e non solo quelle, con un passione da autentico innamorato. Invece Matteo Maria Maglia, interpreta una poesia di quel poeta che ci ha lasciato anche alcuni scritti sull'arte di straordinaria e vibrante lucidità: Baudelaire. 

giovedì 24 marzo 2016

Lo Smemorato di Collegno

Foto di Piergiorgio Pirrone
Nel saggio di John Ruskin Turner e i Preraffaelliti un pensiero mi colpì come una fucilata, senza per questo farmi passar a miglior vita: “Il più nobile di tutti i sentimenti: un assoluto smemoramento dell’io”. Mi ricordai così dei vari pastiches che da Clementi fino a Casella e Ravel si sono sviluppati prendendo una composizione e rielaborandola secondo il proprio gusto. Un po' come prendere un’oggetto e spostarlo così da poterne osservare rifrazione, sfaccettature, volume ed effetti sullo stesso. Così ho cominciato a sviluppare una serie di arrangiamenti di quella romanza “perché taccia il rumor di mia catena”: nove.

giovedì 10 marzo 2016

Può essere attuale una lettera del 1842?

Oggi pomeriggio, presso la bellissima galleria d’arte di Piazza della Minerva, abbiamo incontrato Bruno Manfellotto. Giornalista innamorato del proprio lavoro e dotato di quel raro senso di appartenenza che, malgrado lusinghe e sirene, appartiene a quella generazione che vuole concludere la sua carriera dentro la propria azienda, è un professionista attento e vigile del nostro contemporaneo. Ma apprezza anche il passato così che alle nostre spalle vedete un magnifico dipinto dei faraglioni di Capri (opera di Friedrich Nerly ) che con la sua luce e la sua calma ci ha accompagnato attraverso gli anni storicamente difficili e tormentati dei pellegrinaggi di Liszt tra Roma e il resto della nostra Europa.

sabato 5 marzo 2016

A Roma, due sfaccendati bighellonano sotto i portici di Piazza Vittorio

Ci siamo incontrati, al Teatro Golden, con Guido Ferrantelli che, da quando ha smesso di lavorare, passa quasi tutto il suo tempo a viaggiare in lungo e in largo per l’orbe terraqueo. Si è fatto ritrarre su WhatsApp, quasi abbracciato, all’interno del tronco di un fantastico ulivo secolare pugliese. E nel guardare quella foto mi ha ricordato i versi di una poesia di Pablo Neruda che dicono “stirpe austera, nel suo ritorto cuore terrestre”. E così, accompagnati dalla quieta voce del dolce suono della laguna di Orbetello, abbiamo parlato del fenomeno Liszt e della sua spiritualità.

venerdì 4 marzo 2016

Un gioco di Specchi

Il nostro cammino fa tappa presso il più importante negozio di pianoforti, nei pressi della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma dove, in verità, si svolgono le prime scene del docufiction su Liszt. Nella foto in piedi Andrea Lalle che fa la foto, Andrea Donato alla telecamera e Franco Zennaro con la cuffia che ascolta una registrazione. Infatti, in questi ambienti, arricchiti dalla presenza di svariati pianoforti a coda, tra cui un prestigioso Gran coda D della più nota fabbrica di Amburgo, inizia l’introduzione al film, dalla musica alle parole fin dentro aspetti particolarmente curiosi.

venerdì 26 febbraio 2016

Una singolare conversazione

Oggi pomeriggio siamo stati ospiti, presso la dimora romana, del Generale Giovanni Narici che è stato il primo Generale di Corpo d’Armata dell’Arma dei Carabinieri nominato nel 2000 su proposta dell’allora Ministro della Difesa On. Mattarella, attuale Presidente della Repubblica. Andato in pensione l’anno dopo, fu nominato Magistrato presso la Corte dei Conti dall’allora governo Amato. Con lui abbiamo parlato della sua passione per lo studio, che oltre a quelli accademici e al triennale di Stato Maggiore si sono svolti con Laurea in Giurisprudenza, Scienze Politiche, Sociologia, Teologia e della prossima in Filosofia. Così, girovagando tra le pieghe dell’universo, siamo riusciti anche a parlare, come scrisse Goethe, dell'eterno femminino!

sabato 20 febbraio 2016

Folletti e fate: ancora credi alle favole?

Ci siamo arrampicati, verso l’ora di pranzo, nella particolare abitazione romana del Prof. Claudio Strinati. Appena entrati una bella luce ha scoperto una casa che sembra essere stata l’ispiratrice almeno di un verso, di una canzone portata al successo da Gino Paoli che dice “questa stanza non ha più pareti”. In verità queste si sono trasformate in librerie piene di volumi e sopra, pensate un po', ci sono appesi dei quadri che però si possono rapidamente spostare da una parte all’altra. Ogni tanto però qualche gatto, perché insieme alla sua consorte ne hanno tanti, ci accarezzava discretamente mentre parlavamo degli artisti amati da Liszt.

martedì 16 febbraio 2016

Un duello sul Lungotevere

Questa mattina siamo andati a trovare, con un po' di trepidazione per il traffico, ma tanta gioia nel cuore, il Prof. Gioacchino Lanza Tomasi. Era di passaggio a Roma e, ospiti di una storica dimora nel centro di Roma, con lui abbiamo parlato amabilmente delle sue conferenze, della sua Palermo, della sua lunga esperienza come docente universitario. Ma anche di amici in comune ricordando così Luciano Berio e Franco Mannino. Poi abbiamo affrontato i Racconti del Gattopardo, la bontà dei dolci e dei vini siciliani e, tra una questione e l’altra, abbiamo duettato intorno di Liszt.

venerdì 12 febbraio 2016

Sulle tracce di Liszt

Sono in corso di lavorazione le riprese de “Lo Studio dell’Artista” progetto pilota di un ciclo di docu-fiction dedicato a sei grandissimi compositori che saranno illustrati attraverso la città di Roma, le loro amicizie, passioni e alcune speciali composizioni per pianoforte: gli Studi.

La docu-fiction, che potrà essere divulgata attraverso diversi media, è interamente sviluppata su una particolare innovazione tecnico narrativa, in cui il protagonista, il pianista Franco Zennaro, si troverà catapultato dentro opere d’arte provenienti da antiquari e collezioni private, e ci accompagnerà, di volta in volta, ad approfondire l’ambiente e l’epoca del musicista.

Da apripista c’è Franz Liszt, figura complessa, poliedrica che fu concertista, compositore, direttore d’orchestra, Maestro di cappella – cioè organizzatore – insegnante e scrittore. Il titolo è significativo dello spirito con cui è concepita l’opera: “Sulle tracce di Liszt”. E’ sviluppata non tanto in chiave biografica - troppo sarebbe il tempo necessario - quanto invece su un modo possibile di avvicinare la musica e la vita dell’ungherese attraverso quadri, dipinti, sculture e letteratura proprio di quel tempo.

In questa prima puntata, insieme a Franco Zennaro, autore della sceneggiatura e delle musiche originali, interverranno storici dell’arte, della musica, giornalisti, manager, figure istituzionali e parteciperanno attori a cui sono affidati delicati ed interessanti ruoli. La regia e il montaggio sono di Andrea Donato mentre il direttore della fotografia è Andrea Lalle.